Draghi, debito buono e debito cattino. Vale anche per le startup?



Draghi, debito buono e debito cattino. Vale anche per le startup? Nella dialettica economica e gestionale aziendale sarà inevitabile in futuro non citare il: “debito buono e debito cattivo, di Draghi”. Il Presidente del Consiglio, infatti, lo ha ripetuto anche in occasione del recente passaggio alle Camere del Ricovery Plan da inviare a Bruxelles.
E le startup?
Il ragionamento sul debito buono e debito cattivo è valido per qualsiasi azienda ed ancor di più per le startup che non devono far errori in un momento fondamentale della nascita dell’azienda. Troppo spesso, dichiara Giorgio Di Rocco Presidente di The Hive Pescara, siamo costretti a constatare che start sono in difficoltà proprio perchè hanno fatto “debito cattivo”.
Debito buono e debito cattivo
Ma facciamo un focus sulla affermazione: “Debito buono e debito cattivo” cosa vuole intendere Draghi? Naturalmente quando si pensa ai debiti si fa riferimento a qualcosa di negativo. Gli impegni finanziari di oggi, ossia i debiti, dovranno essere ripagati dalle prossime generazioni.
Ancora
Per Draghi, l’indebitamento è cattivo, se si spendono male le risorse finanziare europee per mantenere in vita imprese e programmi senza futuro. Al contrario, il debito buono di Draghi può essere definito tale se i capitali vengono investiti per far crescere imprese e programmi innovativi.
Espandere il mercato
Il debito buono per Mario Draghi ha la funzione di espandere il mercato e far crescere le imprese. Il primo passo per un miglioramento generale è investire in programmi d’istruzione ma anche in ricerca e sviluppo. Unitamente alla formazione del capitale umano bisogna mettere a punto il processo di innovazioni tecnologiche. Parallelamente bisogna costruire un ottimo piano d’investimento in infrastrutture fisiche e tecnologiche per attrarre capitali esteri.
Creare economia circolare
Secondo Draghi, è utile contrarre dei debiti se ci sono alte probabilità di crescita nel futuro, specialmente nel medio e lungo termine. Bisogna investire per creare un’economia circolare. Un’economia che si basa su sussidi e bonus, e quindi su debiti cattivi, è destinata al fallimento. Infatti sussidi e bonus possono servire a salvare l’impresa in difficoltà, tuttavia, se poi l’imprenditore non è in grado di ristrutturare velocemente l’azienda ed agganciare nuovi mercati, è destinato a chiudere battenti. In questo modo, i soldi pubblici di cui l’imprenditore ha usufruito saranno stati sprecati.